ALESSANDRO COSCIA – Attraverso Festival
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ALESSANDRO COSCIA

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domenica 01 Agosto 2021 / 18:00

ALESSANDRO COSCIA

Ex Abbazia di San Remigio, Parodi Ligure, (AL)

Ingresso Libero

Al calar della sera, nella suggestiva Abbazia di San Remigio nel comune di Parodi Ligure Attraverso Festival presenta una conferenza che approfondisce ed estende il tema del vino, così importante per il territorio. L’occasione è la presentazione dell’ultimo libro di Alessandro Coscia “Storie segrete sulla Via della Seta”.

 

Coscia, archeologo specializzato nell’ambito greco e romano, sceneggiatore e autore televisivo propone attraverso questo libro una appassionante visione della via della seta come un percorso costruito sulla la via di espansione della vite e della sua coltivazione, in definitiva come un progetto di esportazione del vino.

 

L’espressione “Via della Seta” indica l’insieme delle vie di comunicazione che a partire dall’epoca antica e per tutto il Medioevo misero in contatto il bacino del Mediterraneo con l’Estremo Oriente, in particolare la Cina. Questi percorsi attraverso l’Asia centrale presero questo nome particolare perché, in origine, servivano a far giungere in Occidente soprattutto la seta, tessuto molto apprezzato e ricercato di cui solo i cinesi conoscevano i segreti di produzione. La Via della Seta non fu però solo una via commerciale ma per secoli un insostituibile strumento di relazione tra Occidente e Oriente, un percorso lungo il quale transitavano merci preziose ma anche idee, conoscenze, arte e cultura. Il volume Storie segrete sulla Via della Seta (Mimesis, 2020, euro 18, pp. 136) di Alessandro Coscia e Sergio Coppola ci porta proprio alla scoperta di quanto ha ancora da raccontarci questa antica via di collegamento lungo la quale per millenni Oriente e Occidente si sono incontrati, sovrapposti e anche mescolati. Storie segrete o semplicemente poco conosciute come conferma uno dei due autori del libro, Alessandro Coscia: “La Via della Seta, così come molte altre realtà storiche e geografiche, può raccontarci molte storie sconosciute o poco note, a patto di guardarla con occhi nuovi. Il nostro sguardo deve perdere quella prospettiva ‘eurocentrica’, dobbiamo sforzarci di liberarci delle nostre categorie mentali, degli occhiali che usiamo, inevitabilmente, per interpretare la realtà e soprattutto i fenomeni lontani dalle nostre consuetudini. Se ci proviamo, potremmo scoprire che un imperatore romano, come Teodorico, ha progettato il suo monumento funebre, il mausoleo di Ravenna, ispirandosi alla ‘yurta’, la tenda dei nomadi delle steppe usata anche dal suo popolo, i Goti, in un’area attraversata da questa via. Ecco che in un monumento ufficiale di un sovrano occidentale vediamo fusi elementi della cultura classica insieme a influenze orientali, addirittura etniche. Oppure potremmo scoprire che la Via della Seta è stata, all’inizio, la via del vino e che la coltivazione della vite, sulle rotte da est a ovest, è stata un elemento prezioso di diffusione culturale“.

La Via della Seta sarebbe stata dunque un tempo la “Via del Vino”, dunque “La via di Dioniso”. Il tipo di vite che è all’origine di quasi tutto il vino esistente al mondo è infatti la Vitis Vinifera Linnei, una specie eurasiatica che attualmente cresce in una vasta area, dal bacino del Mediterraneo e dall’Europa centro-settentrionale fino all’Asia centrale. In base alle ricostruzioni dei paleobotanici e degli archeologi, il vino si sarebbe diffuso dalle aree montuose del Vicino Oriente in direzione dell’Egitto e della bassa Mesopotamia fra il 3500 a.C. e il 3000 a.C., arrivando poi a Creta entro il 2200 a.C., e infine da lì in Grecia. Gli specialisti notano poi una straordinaria convergenza fra dati materiali e i dati biblici e provenienti dall’antica mitologia sumera: l’area di origine della viticultura sarebbe quella corrispondente sia alla catena dei Monti del Tauro, nella Turchia orientale, che a quella degli Zagros, che separa l’altopiano iranico dalla pianura mesopotamica. L’archeologia lo conferma, addirittura proiettando le origini ancora più ad est, in direzione del Caucaso e oltre. Secondo alcuni botanici russi, la più antica cultura del vino sarebbe emersa nella Transcaucasia, che comprende l’odierna Georgia, l’Armenia e l’Azerbaigian, fra il Mar Nero e il Mar Caspio.
Qui fiorisce ancora abbondantemente la vitis vinifera, che si diffonde fino alle aree del Tagikistan, contigue alla Valle dei Fergana, nel cuore della Via della Seta.

L’appuntamento di domenica 1 agosto è organizzato da Attraverso Festival in collaborazione con  il Comune e la Pro Loco di Parodi Ligure e Resilienza.Art, con il patrocinio del Consorzio Tutela del Gavi, Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato, Associazione Oltregiogo.

 

Al pubblico si ricorda che l’appuntamento avrà inizio alle ore 18 e, viste le procedure di autocertificazione e assegnazione dei posti con garanzia di distanziamento, è consigliato di arrivare con anticipo.